Stakeholders e l'effetto domino che coinvolgerà anche le piccole imprese

Oggi a livello globale le aziende e le organizzazioni di ogni settore hanno compreso la necessità di intraprendere azioni concrete per migliorare il proprio impatto ambientale e sociale e renderlo più sostenibile nel tempo.

Questo può essere raggiunto grazie alla rete di stakeholder, cruciale nell’adozione di pratiche sostenibili e nell’attuazione di azioni mirate

La sostenibilità nella finanza d’impresa 

La finanza d’impresa può essere considerata sostenibile quando identifica e valuta i valori ESG rilevanti per l’attività finanziaria, che influenzano significativamente il valore dell’azienda e la sua capacità di creare valore nel tempo, non solo migliorando il profitto, ma anche contribuendo al benessere della società.

La finanza aziendale sostenibile evita che l’impresa incorra a rischi, migliorando in questo modo la sua reputazione, accrescendo il suo fatturato, diminuendo i costi operativi, evitando sanzioni e adattandosi al cambio delle normative.

Gli istituti bancari, dovendo guidare le scelte di investitori e imprese verso la transizione e verso una crescita economica priva di impatti negativi sull’ambiente e sul clima, saranno obbligati a valutare le aziende con “tassonomia” considerata sostenibile dal punto di vista ambientale.

Un'azienda non in grado di misurare il proprio business e senza obiettivi sostenibili verrà classificata dalle banche a rischio elevato e dovrà sostenere costi più alti rispetto ad altre aziende più virtuose.

Comunicare in modo efficace e trasparente il bilancio di sostenibilità

La Commissione Europea ha adottato il 31 luglio 2023 i nuovi standard Europei ESRS (European Sustainability Reporting Standards) applicabili a tutte le imprese che devono redigere il report di sostenibilità secondo la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) approvata a novembre 2022.

Grazie al Reporting di Sostenibilità, le aziende possono monitorare, rendicontare e comunicare il processo di gestione responsabile intrapreso e mostrare le performance ambientali, sociali ed economiche dell’impresa, rispettando sempre le indicazioni e le regole stabilite dalla normativa europea.

Gli stakeholder, per comprendere in modo chiaro e trasparente l’andamento attuale e futuro dell’azienda, dovranno tenere in considerazione i seguenti 7 pillar:

  • trasparenza;
  • chiarezza;
  • attendibilità;
  • coerenza;
  • continuità;
  • comunicazione integrata.

Qui di seguito sinteticamente vengono elencati i contenuti, i macro-titoli che deve contenere un bilancio di sostenibilità per gli stakeholder:

  • presentazione e comunicazione della Governance;
  • introduzione e contesto dell’azienda;
  • struttura organizzativa e Governance;
  • materialità;
  • performance, monitoraggio e controllo;
  • ambiente;
  • persone;
  • comunità;
  • piano di miglioramento.

Cercare soluzioni di facciata e scorciatoie non può che trasformarsi in un boomerang per l’impresa. Occorre evitare in modo assoluto:

  • GREEN WASHING: una comunicazione mirata a costruire un’immagine dell’organizzazione ingannevolmente positiva sotto il profilo della sostenibilità.
  • GREEN HUSHING: il silenzio verde, si riferisce alle organizzazioni che non promuovono i propri risultati in ambito sostenibile.

Con l’ultima Direttiva CSRD si estende notevolmente il campo di applicazione, per coprire tutte le grandi società.

I nuovi requisiti di reporting dovranno essere rispettati da tutte le aziende di grandi dimensioni, indipendentemente dal fatto che siano quotate o meno, con almeno 2 dei 3 seguenti criteri:

  • 20 mln € di attivo patrimoniale;
  • 40 mln € di fatturato netto annuo;
  • 250 dipendenti in media nel corso dell’anno di riferimento;
  • da tutte le PMI quotate sui mercati europei ad eccezione delle micro-imprese, cioè quelle con meno di 10 dipendenti e con fatturato o bilancio inferiore a €2 milioni.

Tempistiche della direttiva:

  • dal 01/01/2024 (report a inizio 2025) per i soggetti già obbligati dal NFRD;
  • dal 01/01/2025 (report a inizio 2026) per le grandi aziende;
  • dal 01/01/2026 (report a inizio 2027) per le PMI quotate (con ‘’opt out option’’ per 2 anni con motivazioni);
  • dal 01/01/2028 (report a inizio 2029) per le filiali d’imprese extra UE che ricadono nella Direttiva CSRD.

 

La catena del “cambiamento”

Imprenditori e manager intendono creare un modello di sostenibilità solido nel tempo nella propria azienda, creando una cultura interna e a favore degli stakeholder (azionisti, banche, dipendenti, fornitori, clienti…).

Questo processo è già iniziato nelle grandi imprese, che sceglieranno quei fornitori virtuosi per entrare nella catena del “cambiamento”.

Tutte le aziende, incluse le PMI e le Micro - seppur non ci sia l’obbligo dalla normativa - adotteranno quindi nuovi modelli di business per rimanere sul mercato in maniera competitiva e all’altezza della qualità richiesta nel processo innescato dai più virtuosi, che vuol dire ad esempio mettere “al centro” il benessere dei lavoratori, oppure adottare modelli di business che includano politiche ambientali dei Paesi da cui arrivano le materie prime e come obiettivo la protezione del pianeta.


AFC Consulting supporta le aziende nella redazione del report di sostenibilità, grazie all'esperienza acquisita in 25 anni di attività e a uno staff di consulenti specializzati, in grado di valutare e attivare tutti gli aspetti necessari a creare valore.

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